La Storia Diocesana

Cenni su Nuceria

Le origini 

Le radici di Nocera affondano in ceppi originari pelasgici. Nel secolo VII la città è degli Etruschi, nel V degli Osci e, poi, dei Sanniti e dei Romani. Le origini di questa città sono ampiamente suffragate non solo dalla testimonianza archeologica, leggibile nelle sue mura, nelle torri, nel teatro e nell'anfiteatro, nelle necropoli e nella monetazione, ma anche nella letteratura antica: di questa città scrivono infatti, tra gli altri, Cicerone, Tacito, Floro, Plinio, A. Seneca, Strabone, Livio e Diodoro Siculo.

Il nome

Anche se molto si è scritto e discusso sull'etimo di questa nobilissima ed antica città, tuttavia il problema resta ancora sub iudice. Alcuni derivano Nocera da Nuova Cria, nome impostole dai primi abitatori, quasi a ricordo del luogo di provenienza, come sostiene Giliberti. Il quale poi aggiunge: ... la città ed il nome di Nocera non derivano, come comunemente si crede, da un noceto... né da nocere (nuocere), con allusione ad una pretesa sconfitta dei Romani da parte dei Nocerini, e tanto meno da nox erat, perché era di notte quando l'ipotetica vittoria sui Romani arrise ai Nocerini. Nel corso dei secoli, questa città assunse varie denominazioni: si disse Alfaterna per l'immigrazione nella zona di una tribù detta degli alfaterni (sec. V); si denominò Constantia, al tempo della guerra sociale; dal secolo XII al XV dell'E.V. si chiamò Nocera dei Cristiani e Nocera dei Pagani (anche se quest'ultima denominazione si riserverà, successivamente, alla sola Diocesi fino al 1986). A questo punto c'è da osservare che Nocera fu detta de' Pagani dal vicino comune, per distinguerla dalle altre città di tal nome. Pagani, poi, non prese il nome né dai paghi, né dai Saraceni, ma dalla nobile famiglia Pagano. Con la costituzione delle Università (gli attuali municipi), il territorio si dividerà in: Nocera Soprana (comprendente le attuali Nocera Inferiore e Nocera Superiore) e Nocera Sottana (Pagani) e, poi, in Nocera Corpo e Nocera S. Matteo. Con l'abolizione della feudalità, alle università subentreranno (1809) i liberi comuni. Ma per Nocera, soltanto nell'anno 1851 si avranno le attuali denominazioni di Nocera Inferiore e Nocera Superiore.

Le vicende storiche

All'occupazione dei Sanniti, nel secolo V a.C., seguirà, nel 307 a.C., quella dei Romani ai quali Nocera sarà sempre fedele, anche se le costerà la distruzione da parte di Annibale nell'anno 216. Ricostruita, Nocera sarà devastata dagli eserciti sillani. Ritornata in potere dei Romani, ne diventerà colonia con il nome di Constantia. Soggiacerà, nel 552, alla furia delle orde gotiche; sarà presa, nel sec. VII, dai Franchi, ma subito liberata da Grimoaldo, duca di Benevento. Con l'avvento dei Longobardi, Nocera sarà contea e poi ducato. Sul suolo di questa città si alterneranno, successivamente, Bizantini, Saraceni e Normanni. In potere di questi ultimi, Nocera, per essersi a loro ribellata, patirà, nell'anno 1137, un terribile incendio per opera di Ruggiero il Normanno. Con l'avvento degli Angioini e degli Aragonesi, la città conoscerà un relativo periodo di tregua: Carlo d'Angiò eleggerà il Castello a sua dimora preferita. La fortezza ospiterà, nel 1357, il Boccaccio e, nel 1385, accoglierà tra le sue imprendibili mura il papa Urbano VI, durante lo scisma d'occidente. Con gli Spagnuoli, nel periodo del Viceregno, Nocera passerà da un signore all'altro: sarà feudo dei Filangieri, dei Budetta, dei Ladro, degli Zurlo, degli Acciaiuoli, dei Loffredo e, infine, dei Carrafa. La città, nel secolo XVII prenderà parte attiva alla rivoluzione cosiddetta di Masaniello e, dopo la breve pausa della Repubblica Partenopea e l'abolizione della feudalità, nel 1807, Nocera sarà libero comune, come detto sopra, e si chiamerà, divisa nel territorio, Nocera Inferiore e Nocera Superiore separate nel 1850.

L'antica diocesi di Nocera dei Pagani

L'antica diocesi di Nuceria Alfaterna nasce, secondo alcuni studiosi e la più accreditata storiografia in materia, tra il III ed il IV secolo d.C., anche se, dal V al X secolo, le notizie sono frammentarie, quando non addirittura inesistenti. La ragione di simile stato di cose è da ricercarsi, indubbiamente, nelle conseguenze deleterie prodotte dalle varie dominazioni e scorrerie di Goti, Longobardi, Greci e Saraceni che, sul loro violento cammino, seminarono desolazione e morte, spogliando chiese, che privarono dei pastori, e saccheggiando e distruggendo monasteri. Nocera fu tra le centinaia di città e di episcopi distrutti. Con la fine della dominazione longobarda (1077, l'avvento dei Normanni e la riforma gregoriana già in atto, la Chiesa poté finalmente riorganizzarsi. Quando la furia della violenza devastatrice sembrò essere ormai un ricordo, nell'anno 1260 un fatto di sangue funestò ancora la diocesi di Nocera. In quell'anno, infatti, gli abitanti di Nocera assassinarono il proprio vescovo. Per tale atto sacrilego la città venne privata della cattedra episcopale, che fu affidata, con la terra di Angri, all'Arcivescovo di Salerno. I beni della mensa vescovile furono divisi tra l'arcivescovo di Salerno e quello di Amalfi e Sorrento. Così Nocera resterà una semplice arcipretura alle dipendenze dell'Archidiocesi di Salerno. Finalmente, nel 1386, Urbano VI, prigioniero di re Carlo di Durazzo nel castello del Parco di Nocera, nominerà vescovo nocerino un minore conventuale, fra' Francesco da Nocera, allora guardiano del convento di S. Francesco di Nocera, ora convento di S. Antonio. Da questo momento la serie dei vescovi nocerini sarà pressoché ininterrotta e la cattedra vescovile da S. Maria Maggiore passerà nell'Abbazia benedettina di S. Prisco, in località dell'antica necropoli nocerina, poi denominata Vescovado. Dopo la morte di Mons. Benedetto dei Monti Sanfelice, Nocera non ebbe un successore. La diocesi fu retta da due vicari capitolari fino al 1818. In quell'anno, per il Concordato stipulato tra la S. Sede e il re di Napoli, con l'intento di ridurre il numero delle diocesi, Nocera, con Bolla apostolica "De Utiliori" di Pio VII (27 giugno 1818), fu unita alla diocesi di Cava e Sarno. Il 3 dicembre 1833 papa Gregorio XVI restaurò l'autonoma antica gloriosa diocesi di S. Prisco. Gli avvenimenti politici del 1860 e la morte, in quell'anno, del vescovo D'Auria resero, ancora per 11 anni, orfana la diocesi di Nocera dei Pagani, che fu governata da un vicario capitolare, per poi passare, in Amministrazione Apostolica all'arcivescovado di Salerno, allora retto da Mons. Antonio Salomone, che la governò, dal suo esilio napoletano, tramite don Simone Ferraioli e don Giuseppe Marino, fino al 30 dicembre 1867. Nel Concistoro del 27 ottobre 1871 Nocera ebbe il nuovo vescovo nella persona di Mons. Raffaele Ammirante anch'egli, come il predecessore, napoletano di nascita. A questi successero i vescovi Luigi Del Forno (1885-1913), Giuseppe Romeo (1913- 1935) e Teodorico De Angelis (1937-1951). Dal 1948 al 1952, per le cagionevoli condizioni di salute di Mons. De Angelis, la diocesi fu retta dall'arcivescovo di Salerno Mons. Demetrio Moscato quale Ammistratore Apostolico. Dal 1952 al 1964 fu vescovo di Nocera Mons. Fortunato Zoppas. Dal 1964 al 1970 fu data, in Amministrazione Apostolica, al Vescovo di Cava e Sarno. Dal 4 gennaio 1971 al 27 dicembre 1986, data della morte, ebbe come vescovo Mons. Jolando Nuzzi. L'8 agosto 1987 il S. Padre nominò vescovo di Nocera (divenuta Nocera Inferiore-Sarno) S.E. Mons. Gioacchino Illiano, che venne consacrato nel Duomo di Salerno il 3 ottobre dello stesso anno e prese possesso della Diocesi il 24 ottobre. Dall'inizio ad oggi dalla Chiesa di Nocera de' Pagani sono usciti ben 33 vescovi; penultimo, è stato Mons. Bartolomeo Mangino, consacrato il 18 aprile 1937, il quale fu vescovo prima di Muro Lucano e in seguito di Caserta, e ultimo, in ordine di tempo, è Mons. Francesco Alfano, consacrato il 2 Luglio 2005 e nominato Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia.

Diocesi in cifre

La Chiesa particolare di Nocera Inferiore-Sarno, nella quale sono state fuse, con decreto della Congregazione dei Vescovi, l'ex Diocesi di Nocera de' Pagani e l'altra di Sarno, è composta da 54 comunità parrocchiali , raggruppate in 6 Foranie, ed ha il suo centro in Nocera Inferiore dove è sita la Cattedrale, la Curia ed il Palazzo Vescovile. Si estende su una superficie di 157,45 km² circa con una popolazione di 218.350 abitanti, distribuiti in 13 Comuni [Nocera Inferiore - Nocera Superiore - Pagani - S. Egidio del Montalbino - Angri - Corbara - Scafati (una sola parrocchia del Comune appartiene a questa Diocesi, le altre appartengono a Nola) - Roccapiemonte - S. Marzano sul Sarno - Striano e Poggiomarino (in quest'ultimo Comune una sola parrocchia è di Nocera-Samo, le altre gravitano sul territorio della Diocesi di Nola, in provincia di Napoli)], con punte di densità che vanno dai 300 abitanti di Corbara ai 2800 di Pagani per km². Il Vescovo diocesano è Mons. Giuseppe Giudice nominato il 24 Marzo 2011, ed entrato nella nostra Diocesi il 4 giugno 2011 succeduto a Mons. Gioacchino Illiano, rimasto per venticinque anni a capo di questa Chiesa particolare.

* Per gentile concessione del Vicario Generale della Diocesi Mons. Don Mario Vassalluzzo